Premetto che il pensiero che sto per esporvi ha avuto origine grazie alla collisione di due elementi: il primo, di carattere drammatico (se mi passate il termine), ovvero la constatazione della povertà intellettuale del mondo; l’altro, di levatura filosofica e cosmologica, leggendo le opere di Nietzsche. Di quest’ultimo, mi aveva colpito, in particolare la sua descrizione del tempo secondo la visione dei greci (di tipo circolare e non lineare, come invece viene concepito oggi), questa rivelazione, accostata a quella dell’Eterno Ritorno ed unita alla rabbia per lo stato della nostra civiltà, ha dato origine ad alcune geniali intuizioni (modestamente). Come dicevo in precedenza, quasi tutti i popoli della terra ritenevano che il tempo avesse natura circolare, ovvero, secondo questa visione il mondo non aveva avuto un’origine per poi giungere ad una giusta fine (Genesi ed Apocalisse per intenderci) ma seguiva un movimento circolare (o a spirale) che implica come principale elemento l’assenza di un inizio (temporale) e una fine nel senso della totale scomparsa di questo mondo. Il mondo quindi, e da qui partono i “miei” sproloqui, pulsa e vive espandendosi (evolvendo) per poi collassate lentamente su se stesso. Un po’ come ci raccontano certi scienziati (quelli della teoria del Big Bang per intenderci) i quali affermano che l’Universo ad un certo punto si era agglomerato e ristretto in un solo ammasso, minuscolo, contenente tutti gl’elementi dell’attuale cosmo. Giunto al punto ultimo del collasso l’Universo è esploso dando origine al nostro mondo. L’Universo tuttavia continua ad espandersi…ma un giorno dovrebbe, sempre secondo questa teoria ritornare a contrarsi per dare di nuovo origine al Big Bang. Una sorta di movimento perpetuo di morte e rinascita, come l’estate e l’inverno, come il sorgere del sole ed il suo alternarsi con la luna e come moltissimi altri movimenti che implicano i due elementi principale del Cosmo e della vita dell’uomo: Vita e Morte. Allora ho pensato che forse gl’antichi popoli della terra avevano una visione circolare del tempo perché, molto prima di noi, avevano intuito la ciclicità della Natura. Bene! Dopo questa brillante intuizione sono tornato a riflettere sul becero articolo anti-divertimento. Se, come la natura, anche l’uomo, la sua intelligenza, la coscienza d’appartenenza alla medesima razza d’animale (uomo), l’interiorizzazione della democrazia e della tolleranza seguissero l’esempio dell’Universo, in un movimento di estensione e contrazione? D’altronde dopo il periodo greco-romano c’è stato il medioevo, dopo il rinascimento, l’inquisizione; dopo l’illuminismo, il congresso di Vienna; dopo il ’68 … beh … questo! Allora forse anche l’intelligenza umana, dopo un breve periodo di espansione sta regredendo, dopo un periodo di apertura sta tornando verso l’intolleranza. Forse questo movimento è meno evidente oggi rispetto al confronto fra Greci e Barbari, ma lo possiamo ugualmente intravedere. Dopo questa amplia meditazione sono giunto ad un’appropriata conclusione: “Il positivismo, che ritiene che attraverso la scienza, il mondo debba volgere naturalmente verso il meglio, è stata la scuola filosofica più influente sul pensiero comune ed allo stesso tempo la più dannosa!”.
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