martedì 14 ottobre 2008

Vattimo Senatore!!!


In parlamento ne manca uno…ovvero mancano moltissimi parlamentari per ragioni personali (i soliti fannulloni)! Però uno ne manca per ragioni un po’ incomprensibili.
Infatti i senatori a vita che dovrebbero sedere al parlamento per nomina presidenziale dovrebbero essere 5. 5 nominati da ogni presidente, oppure 5 di nomina presidenziale (quindi 5 i tutto e non 5 per ogni presidente) a seconda delle interpretazioni della costituzione, ma il Napolitano crede nella prima versione, quindi secondo la stessa, ne può nominare solo uno. Infatti, con la nomina di Napolitano a capo dello stato, essendo stato lui stesso un senatore a vita, ne è venuto a mancare uno!
Ora spetterebbe a Giorgio (Nappi) il compito di sostituire se stesso fra gli stranni del parlamento. Ma Giorgio, da equilibrato presidente, non lo ha fatto nella scorsa legislatura per non esacerbare il clima politico di un paese in cui un senatore poteva decidere le sorti del governo.
Ma adesso… il Berluska sta tranquillo il quell’aula (il Senato). Quindi manca un senatore a vita di nomina presidenziale), e non se ne capisce la ragione!


Mandiamo tutti una lettera al Quirinale per chiedere Giorgio Vattino, illustre filosofo ed intellettuale, appena andato in pensione dall’Università di Torino, come quinto senatore a vita!

Vattimo for presidet!

PS: come alternativa proporrei anche Margherita Hack (che figa!).

domenica 12 ottobre 2008

Il precariato nella scuola...una tragedia dimenticata


Beata Ingoranza



Perché i media hanno sfondato i coglioni a tutti per l’Alitalia, per la quale si parlava di 5.000 esuberi al massimo, mentre per la scuola, dove vige un precariato ch’è peggio della schiavitù, non si parla mai?
Perché non è al centro dell’attenzione il taglio di 8 miliardi di euro, 150.000 posti di lavoro in meno, e una fila di precari a volte storici (sicuramente stoici) che farebbe paura al terzo mondo.
Ho visto famiglie accendere mutui che poi non hanno potuto pagare, non negli stati uniti, ma qui, da noi, nella civilissima Europa, in Italia, culla della cultura. Come si pretende che il paese cresca quando una famiglia può nascere solo dopo i quaranta anni, quando nessuno lavoratore può accendere un mutuo (e fra poco neanche un cero alla Madonna).
Beata ignoranza ma che si deve fare per attirare l’attenzione dei media e della gente? Come mai si parla solo dei tanga delle professoresse di matematica di Milano e mai dei morti di fame che fanno la fila davanti ai provveditorati, anche a cinquanta anni, per un posto da professore che fino all’anno prima gli spettava con tranquillità.
Io son dovuto andare a lavorare in Venezuela, senza mezzi termini, terzo mondo, ma molti miei colleghi han trovato posto nelle scuole private, con cui prenderanno i miei stessi punti (se sono fortunato) ma loro non son andati in Sudamerica, no! Loro avevano la raccomandazione del prete…evviva la chiesa.
Questo precariato costante va nettamente a loro vantaggio perché senza precari loro non avrebbero quel bacino naturale di morti di fame da cui attingere per poter completare l’organico delle loro scuole (tutte confessionali e tutte che violano gli articoli delle convenzioni europee che affermano che il lavoro non può essere assegnato seguendo una discriminante religiosa, cose che loro fanno puntualmente quando ti chiedono, ed è la domanda fondamentale, della tua fede!!!).
Di recente è stata presentata una interrogazione alla giustizia europea sull’insegnamento della religione in Italia, dove per avere la cattedra da prof. di religione devi essere cattolico e raccomandatissimo.
La stessa cosa è per le private, discriminate religiosa ch’è costituzionalmente inaccettabile, nel senso dei trattati europei, ma anche secondo la stessa dichiarazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
150.000 persone a casa…ricordatevelo. Noi non lavoreremo mai e andremo ad intasare altri lavori!!! Morirete tutti di fame!!!
Il popolo comunque è con Berlusconi…in bocca al lupo pueblo!

sabato 11 ottobre 2008

Dal Veneto al Venezuela…



Un bel salto si potrebbe dire…si potrebbe dire altrimenti: che diavolo ci sei andato a fare in Venezuela?
In effetti me lo chiedo anche io. L’impatto è stato a dir poco problematico. Il terzo mondo mi è apparso davanti agli occhi in tutto il suo splendore decadente.
In ogni caso ci sono venuto a fare quello che mi han impedito di fare in Italia, il professore, in particolare di Storia e Filosofia.
Al contrario di quanto mi aspettassi anche la scuola qui è decadente. Io immaginavo un enorme collegio magari fin troppo ricco per il paese in cui si trova e invece è un collegietto piuttosto modesto. Sembra di vivere sullo sfondo dei film di Bud Spencer, tutto sa di polvere, tutto è coperto da uno strato evidentissimo di povertà. Anche i ricchi qui si spacciano per poveri per evitare di attirare le pericolose invidie dei loro conterranei.
La gente è in effetti gentilissima, non nego che qui potrebbe essere molto più facile trovare amici rispetto al tempo impiegato per l’adattamento in Veneto. Però le necessità di vita, le norme di sicurezza, che devono sempre stare al primo posto, non mi fanno stare tranquillo.
Il viaggio, ch’era iniziato sotto i migliori auspici, si rivelata una rimpatriata di profughi. Dopo 15 ore di volo sembrava di stare su un bus dell’africa centrale oppure su una zattera che fa spola fra Libia e Sicilia.
La casa in cui abito non è male ma non è certo da villa di cui parlava la direttrice della scuola al telefono.
Insomma per come butta…mi sa che riparto domani…