domenica 10 febbraio 2008

L’Eros dalla genesi all’apocalisse della metafisica, amore e odio in Platone e Nietzsche

Salve cari lettori, dato lo scempio che la filosofia contemporanea sta compiendo sulla questione dell’amore, che si riduce sempre a questioni piuttosto rosee prive di cognizione e saggezza, vorrei permettere agli appassionati di filosofia (ma anche agl’altri) di percorrere la storia dell’EROS all’interno della metafisica, puntando in particolare sugli autori che, a detta di Heidegger, ne rappresentano la genesi e l’apocalisse (mai termine fu più appropriato per un filosofo, quale è Nietzsche, fautore del nichilismo europeo). Di Platone ci piace ricordare ciò che disse durante il Simposio. Per il padre della metafisica il dio Eros (l’Eros ed il Daimon sono figure dell’anima) è figlio di Penia (povertà) e Poros (desiderio): “Per questo, Eros divenne anche seguace e ministro di Afrodite, perché fu generato durante le feste natalizie di lei; ed è nello stesso tempo per natura amante di bellezza, perché anche Afrodite è bella. Poiché, dunque, Eros è figlio di Penia e di Poros, gli è toccato un destino di questo tipo. Prima di tutto è povero sempre, ed è tutt’altro che bello e delicato (…) è sempre accompagnato con povertà. Per ciò che riceve dal padre, invece, egli è insidiatore dei belli e dei buoni, è coraggioso, audace, impetuoso, straordinario cacciatore, intento sempre a tramare intrighi, appassionato di saggezza, pieno di risorse, filosofo per tutta la vita, straordinario incantatore, preparatore di filtri, sofista”. In Platone il desiderio-Eros è l’anelito verso una realtà lontana, indeterminata. La stessa filosofia è un istinto erotico, un desiderio inappagato. Nietzsche cerca la dissoluzione di tutto questo, da una filosofia che esalta il desiderio del divino, inteso come un valore metafisico, si passa all’immanentismo più estremo, ad una filosofia che cerca l’attualità, la realtà, che cerca di ridurre l’eros alla debolezza dell’uomo. Ma suo il tentativo di riportare la filosofia all’immanente fallisce miseramente, come testimonia lo Zarathustra: “Preferisco consigliarvi la fuga dal prossimo e l’amore per il remoto!”. In realtà di fronte ai temi più dolorosi lasciati aperti dal suo pensiero, come l’Eterno Ritorno, che implica anche il ritorno delle cose più orribili, e l’Amor Fati (che implica il desiderare l’Eterno Ritorno); Nietzsche si rifugia nella metafisica dell’uomo superiore, nel desiderio dell’ignoto e della volontà di potenza. All’alba come alla fine, la filosofia ritorna sempre alla metafisica. Nel filosofo tedesco l’eros è il volto della volontà di potenza. In sostanza vorremmo sottolineare come per Platone l’amore (come pure l’odio) su questa terra siano lo specchio degli elementi più alti del cosmo. Nietzsche, inizialmente, ceca di fuggire la metafisica…ma anch’egli non può che sprofondare in un desiderio (eros) irreale ch’è lo specchio del sovrannaturale nella filosofia moderna.
Il profeta della Volontà di Potenza dopo aver cercato di sfasciare a colpi d’ascia la filosofia come eros verso l’infinito, il superiore, l’irraggiungibile; è costretto, per fuggire dagli orrori del mondo, a costruirsi delle pareti fatte dello spirito della metafisica…ironia del fato vuole che il distruttore dell’eros filosofico, della metafisica, ne sia il rifondatore...Eterno Ritorno! (Con il contributo di Don Fabio).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie