Il mix che fa grande il Venezuela è questo qui. Ve lo confesso amici, appena messo piede all’aereoporto Simon Bolivar, vicino all’Oceano ma pur sempre a Santiago Leon de Caracas (per gli amici semplicemente Caracas), mi ha preso davvero male. Sarà per la presenza della mia collega che non ha fatto altro che lamentarsi del Venezuela tutto il tempo, ma avevo una gran voglia di rifare le undici ore di volo per tornarmene in Italia...subito!
Le facce sconosciute e losche dei caraqueñi che bazzicano attorno all’aeroporto nella malcelata spernza di approfittare dei polli appena sbarcati, soprattuto se italiani, o europei in generale, che sono notoriamente i più coglioni di tutti.
Insomma la prima impressione non era delle migliori e anche l’arrivo della señora, la mia padrona di casa, non aveva migliorato molto la situazione.
Però devo dire che il sole fa miracoli. Oggi, durante la ricreazione, el recreo, mi sono messo a prendere il sole sulla scalinata della scuola. Ma quanti di voi, cari colleghi, care colleghe, può dire di aver fatto altrettanto? Nessuno!
Il bello di Caracas, che rispetto al Venezuela è una città fresca essendo costrutia su una vallata montana sita intorno ai 900 m sul livello del mare, è la temeratura. 25 gradi in media per tutto l’anno (durante il giorno), e una brezza che fa davvero sognare.
Insomma...un maggio eterno!
Viva il maggio eterno!